CCNL: Che cos’è un contratto collettivo nazionale del lavoro? Hai sentito parlare del CCNL? Vuoi capire di cosa si tratta? Non ne hai mai visto uno? Allora leggi questo articolo e scopri che cos’è con il contributo dell’Avvocato Davide Cornalba, blogger molto attivo alle discipline del lavoro e delle consulenze tributarie.. CCNL è l’acronimo del Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro in Italia. Quando ne senti parlare devi sapere che si tratta di un accordo che viene stipulato tra due enti importantissimi! Le due parti che vengono prese in considerazioni sono infatti sindacati e associazioni rappresentative dei datori di lavoro. In questo articolo andremo a scoprire meglio di cosa si tratta nello specifico insieme al blog dell’Avv. Davide Cornalba.
Che cos’è un CCNL?
Abbiamo anticipato nel precedente paragrafo che il Contratto Collettivo Nazionale del Lavoro è un accordo che viene stipulato tra sindacati e datori di lavoro, questo accordo contiene una serie di regoli generali che sono da applicare ai contratti individuali di lavoro che un datore di lavoro crea con i suoi dipendenti. All’interno di questi accordi vengono perciò stabiliti i trattamenti economici, i trattamenti normativi, e molto altro. Questi accordi vengono stipulati sulla base delle normative in vigore in Italia e quindi fanno riferimento ad esse e sono comunque concordati con il datore di lavoro, che andrà poi ad utilizzare come linee guida per stipulare i vari contratti individuali con i propri dipendenti.
Cosa contiene il CCNL?
All’interno del CCNL troviamo una parte normativa che prevede tutte le tabelle retributive e le regole del rapporto di lavoro come orario, ferie, malattie, permessi, straordinari ect. C’è poi un’altra parte che è quella economica che v aa disciplinare le regole per i futuri rapporti tra le controparti collettive del contratto. Quanto dura un CCNL? Il CCNL ha una durata di tre anni sia per la parte normativa che per quella economica, al termine di questi tre anni non è più vincolante e quindi è necessario eseguirne il rinnovo (che può essere eseguito da tre mesi prima della scadenza del contratto) o di stabilirne uno nuovo alla scadenza. C’è però una clausola che vincola le parti a non eseguire alcuna lotta sindacale nei tre mesi prima della scadenza del contratto e nel mese successivo alla scadenza del contratto. Se al termine del contratto non è stato raggiunto un accordo nuovo tra le varie parti allora il lavoratore interessato ha diritto all’indennità di vacanza contrattuale che un plus allo stipendio che permette di tutelare la retribuzione dagli effetti dell’inflazione. È un importo perciò aggiuntivo da calcolare in più rispetto al classico stipendio mensile.